La araldica nell'iconografia dei santi
Non sempre gli attributi iconografici dei santi sono classificabili come segni araldici: nella maggior parte dei casi si tratta di emblemi generici, funzionali al riconoscimento dei diversi personaggi. Il santo (la cui immagine, di per sé, è spesso assunta a segno araldico), può essere qualificato a...
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Format: | Article |
Language: | English |
Published: |
Universidad Complutense de Madrid
2025-02-01
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Series: | Eikón Imago |
Subjects: | |
Online Access: | https://revistas.ucm.es/index.php/EIKO/article/view/96775 |
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Summary: | Non sempre gli attributi iconografici dei santi sono classificabili come segni araldici: nella maggior parte dei casi si tratta di emblemi generici, funzionali al riconoscimento dei diversi personaggi. Il santo (la cui immagine, di per sé, è spesso assunta a segno araldico), può essere qualificato araldicamente da attributi che gli sono propri e che lo identificano in quanto tale (come nel caso del vessillo crociato di san Giorgio o del piviale gigliato del santo angioino Ludovico da Tolosa); oppure da attributi ‘esterni’ che lo riqualificano in senso identitario, come accade per i santi patroni cittadini cosiddetti vessilliferi. In assenza di attributi specifici, la qualificazione araldica dei santi è possibile grazie all’inserimento degli elementi di uno stemma (figure e colori) sulle sue vesti, all’interno degli sfondi e in altri dettagli della composizione. Le strategie figurative sono varie e impiegate secondo modalità simili sia con riferimento all’araldica civica che all’araldica familiare in contesti di devozione privata.
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ISSN: | 2254-8718 |